CENNI STORICI: Cocalo, re sicano, a cui è legata la spedizione di Minosse in Sicilia, aveva fatto di Camico, stante allo Schubring l’attuale Caltabellotta, la sua roccaforte. Nelle guerre servili Salvio e Atenione, capi della rivoluzione degli schiavi erigono Triòcala roccaforte del piccolo regno. Nel secolo IX a Triòcala il Cristianesimo resiste all’invasione Islamica. La fortezza di Caltabellotta ospiterà la regina Sibilla e il re Guglielmo III, lasciato erede al trono ancora minorenne dal proprio padre Tancredi. La guerra del Vespro si concluderà con la pace di Caltabellotta. Durante i secoli la città divenne possedimento per alcune famiglie nobili dai Peralta per arrivare agli Alvarez di Toledo.

La borgata fu costruita nel 1624 da Francesco Alliata ai piedi della montagna, il cui sito costituiva parte del territorio dell’antica Triocala. La piccola frazione è stata da sempre al centro della storia agrigentina. Il ritrovamento di un avanzo di pavimento in mosaico convinse lo Schubring a dire che si tratava un avanzo della Triocala romana. Gli storici ricordano ancora un altro frammento di mosaico romano a disegni geometrici, e di cui ormai non rimane alcuna traccia, nella chiesa di S. Maria di Montevergine. La chiesa di S. Maria di Montevergine è ricchissima di opere d’arte, in particolare si trova un’antichissima croce di legno, sulla quale vi è dipinto Gesù Crocifisso spirato, di pittura piuttosto rozza, che si attribuisce a S. Luca. La croce pare che sia stata stata portata dall’Africa da eremiti Agostiniani.

SUPERFICIE: Kmq 124

DISTANZA DAL CAPOLUOGO: Km 64

ABITANTI: 5.060 (Caltabellottesi)

MUNICIPIO: Piazza Umberto 1; Tel 0925951104; Fax 0925952383.

MONUMENTI:

  • Chiesa Madre
    E’ di origine normanna, sebbene alcuni abbiano creduto che originariamente fosse una moschea, e fu eretta dal Conte Ruggero in onore di S. Giorgio dopo la vittoria sui Musulmani, ma porta il titolo dell’Assunta. Ha la porta maggiore adorna di un magnifico portale di stile gotico e l’interno ha un doppio ordine di colonne, che era ornato da affreschi molto primitivi, oggi totalmente rovinati. Notevole è la Cappella della Madonna della Catena, dove sull’altare si trova ma pregevole statua in marmo della Madonna, opera di Giacomo Gagini. Nella stessa cappella dal 1591 al 1598 lavorò Antonino Ferraro da Giuliana, decorandola di svariatissimi ornati e di pregiate statue in stucco. Il Ferraro decorò anche le pareti e la volta della cappella con affreschi, raffiguranti le storie dei santi, andati quasi del tutto in rovina; ed centro della volta è raffigurato in bassorilievo il Padre Eterno. Altre decorazioni di Antonino Ferraro sono tre grandi statue della Maddalena, di Lazzaro e di S. Marta. Si trovano inoltre due bellissime statue, raffiguranti S. Benedetto e la Madonna della Consolazione, che Antonello Gagini s’impegnò di scolpire nel 1535. Sull’altare maggiore si trova una statua della Madonna, opera di Fazio Gagini, secondogenito di Antonello, di stile inferiore a quello del padre. Separato dalla chiesa è il campanile, che è costituito da una torre saracena in ottimo stato di conservazione.
  • Chiesetta di S. Salvatore
    Completamente rifatta; della primitiva costruzione normanna conserva soltanto il portale di stile gotico. All’inizio del Piano della Matrice, attraverso un sentiero, che conduce ad una bassa porta gotica sotto un’esile torre di difesa del Castello Normanno, dalla quale si sviluppa una scala parte in muratura, parte scavata nella roccia, si giunge alla vetta dell’arditissima rupe, detta Monte Castello, dove sono gli avanzi di mura e di grandiose fabbriche di epoche diverse. Quivi, come abbiamo detto, si rifugiò nel 1194 la regina Sibilla col figlio Guglielmo per resistere ad Enrico VI. Dell’antica chiesa della Raccomandata oggi di S. Francesco di Paola, si conserva un magnifico portale gotico, ornato dello stemma di Ruggero, in cui è raffigurato ‘agnello sovrastato da una croce fra due colonnette
  • Chiesa dell’abolito convento del Carmine
    Dove si può notare, oltre le statue li S. Giuseppe e della Madonna dell’Itria, la bellissima statua n marmo della Madonna delle Grazie, eseguita nel 1534 da Antonello Gagini. La custodia in marmo sul dossale dell’altare, sul quale è collocata la Madonna, in parte rovinata e deturpata, deve attribuirsi al figlio Fazio Gagini.
  • Chiesa di S. Lorenzo
    Ornata all’esterno di un portale gotico nel cui interno, in una cappella affrescata nel 1594 da Orazio Ferraro, si trova la grandiosa composizione della Pietà opera del padre Antonio Ferraro. Il gruppo in terracotta policroma è composto di sette figure a grandezza naturale e rappresenta Gesù deposto dalla Croce sulle ginocchia di Maria, mentre Giovanni ne sorregge il capo e la Maddalena ne bagna i piedi con le sue lacrime: ai lati sono le figure di S. Giuseppe, con tenaglie e martello in mano, e di Nicodemo, nell’atto di offrire con la sinistra il cuore. Si possono ritenere ancora come opere di Antonino Ferraro le tre pregevolissime statue in stucco, raffiguranti S. Maria, S. Benedetto e S. Onofrio, che erano poste entro nicchie nella parete a sinistra, entrando, della stessa chiesa di S. Lorenzo e anch’esse in attesa di essere restaurate. Opera iniziata da Vincenzo Passalacqua e portata a termine nel 1600 da Silvio Cascio è la statua in legno di S. Lorenzo; altra opera d’arte pregevole è la statua in stucco di S. Francesco.
  • Chiesa di S. Agostino del secolo XVI, dove si venera una miracolosa immagine della Vergine Santissima del Soccorso, opera gaginesca nel 1601 fu dichiarata protettrice e patrona degli abitanti
  • Eremo di S. Pellegrino
    Fin dai tempi remotissimi fu costruito nella caverna, dove il Santo visse la sua vita di penitenza e di preghiera, un altare con un piccolo eremo adiacente. Nel secolo XVIII l’eremo, per opera di frate Stefano Montalbano, prese più vaste proporzioni, acquistando aspetto di una notevole costruzione. Nella chiesa si notano in altare in marmo, due statue del Santo in legno, una delle quali antichissima e l’altradel secolo XVIII, mentre fino al secolo scorso si trovava ancora un quadro in rame, raffigurante la Presentazione di Gesù al tempio, opera giudicata della scuola di Raffaello. Nella grotta dell’Eremo, nella primitiva chiesetta si trovavano ad adornare l’altare due pannelli maiolicati del 1579 e raffigurava S. Pellegrino, in piccolo penitente ed un mostro, e l’altro portava la data del 608 e raffigurava la Madonna del Soccorso e Santi.
  • Convento dei Cappuccini
    Fra gli artisti, che lavorarono a Caltabellotta fu fra Felice da Sambuca, vissuto nel secolo XVIII, del quale si conservano numerose e pregevoli opere nella chiesa del Convento dei Cappuccini, fon dato nel 1613. Di tutte le opere, contenute in questa chiesa, notevoli sono i tre quadri dell’altare maggiore, che formano quasi un grandioso trittico: sull’altare la grande tela che raffigura la Madonna col Bambino, ai cui piedi sono San Francesco, Santa Chiara e San Pellegrino; a sinistra dello stesso altare il bel quadro della Trasfigurazione; a destra il grande quadro che raffigura la Sacra Famiglia. Altre opere, di Fra Felice che si trovano nella stessa chiesa, raffigurano l’Evangelista Luca, il Profeta Geremia, San Giovanni Evangelista, San Francesco Saverio, Gesù Crocifisso spirante e la Madonna dei Miracoli.
  • Torre del Castello Normanno
  • Museo etnoantropologico
  • Necropoli sicana

 

MANIFESTAZIONI E FIERE:

Festa Patronale di S. Pellegrino (18 agosto); Festa della Madonna dei Miracoli e del SS. Crocifisso (ultima domenica di luglio); Caltabellotta “città presepe” (26 dic – 6 gen); Fiera del bestiame (18 agosto).