CENNI STORICI: Il nome di Mezzojuso deriva da Manzil Yusuf, Villaggio di Giuseppe (l’Emiro di Sicilia Yusuf-Ibn-Abd Allah) il nome al feudo in cui sorge. Il re Ruggero, scacciati i Saraceni, lo dona nel 1132 al Monastero di San Giovanni degli Eremiti a Palermo. Il nome di Manzil Yusuf, dopo molte variazioni grafiche e fonetiche, diventa l’odierno Mezzojuso. Per Genuardi: “Mezzojuso ha origine dall’antico Mansel Yusuph. Mansii, senza dubbio, è il luogo di sosta o di fermata, lo dicono i dizionari arabi. È certo che tali Mansii esistevano nelle antiche vie consolari ed appunto Mezzojuso era un luogo di fermata della Via Agrigento-Palermo. L’odierna Mezzojuso (che risulta una colonia siculo-albanese) sorge a poca distanza dalla più antica Mensel Jusuph che “alla fine delI500 risultava completamente abbandonata>>.

Mezzojuso è stata fondata da quegli Albanesi che vanno al seguito di Demetrio Reres e fu popolata da altri Albanesi nella seconda metà del XV sec. Nel 1527 Mezzoiuso viene ceduta in enfiteusi al nobile pisano Giovanni Corvino; nel 1587 diviene baronia con dono Blasco Isfar Coniglies ; e poi marchesato nel 1619, con Giuseppe Groppo Scotto. Solo nel 1832 cade la feudalità in Mezzoiuso non senza prima essere stato sotto la dominazione del principe Blasco Corvino Sabea.

La presenza di due differenti gruppi etnici è causa di contrasti di natura religiosa, politica e sociale che hanno condizionato da sempre la vita del bellissimo paese.

SUPERFICIE: Kmq 50

DISTANZA DAL CAPOLUOGO: KM 40

ABITANTI: 3.176 (mezzojusani)

MUNICIPIO: P. Umberto I; Tel 0918203237; Fax 0918203684;

DA VISITARE A MEZZOJUSO

  • Phruarion I resti di Manzil Yusuf arabo sul pizzo di Chasu (m. 1209), dove è evidente l’esistenza di un phruarion, una piazzaforte, di civiltà greco-romana, con i resti anche del l’epoca normanna.
  • Monte Marabito Accanto sorge Marabito (dall’arabo Maraabeth = casa del pascolo) che, secondo la leggenda, è il monte incantato con la grotta dell’Ellera piena di tesori”.
  • La Brinja Collina che sovrasta Mezzoiusoricca di vegetazione.
  • Riserva naturale di Ficuzza

Ben 15 chiese scandivano, con il suono delle campane, il passare delle ore ai credenti.

Mezzojuso fu un centro d’icone ricco ed anche unico durante il secolo della massima espansione della cultura post-bizantina presso le comunità orientali più importanti della Sicilia. Opere notevoli di importazione, opere attribuibili alla locale scuola, poi chiamata “siculo – cretese”, sono qui presenti.

Se il pittore che si firma Ioannikios ieromonachos è lo stesso monaco Ioannikios Cornero del monastero basiliano di Mezzojuso, segue necessariamente che Mezzojuso non solo era un centro di commissione, ma anche un centro importante di produzione d’icone nel XVII secolo. Nel monastero si trovava il maestro e la scuola d’icone più ragguardevole dell’Italia meridionale durante il periodo che corrisponde agli ultimi bagliori dell’arte cretese, nel senso più largo del termine.

  • Matrice latina dell’Annunziata risalente alla fine del XVI sec., con l’attuale facciata e campanile del 1924, nel cui interno si trovano statue lignee, tele e pregevole suppellettile sacra.
  • Matrice greca di San Nicola, risale agli inizi del ‘500 ma l’attuale aspetto è del 1934. Vi si ammirano pregevoli statue lignee ed icone bizantine del XVI sec.. Opera di notevole importanza artistica oltre che di fede è la ricostruita iconostasi.
  • Chiesa di S. Maria delle Grazie, concessa agli albanesi nel XV0 sec., offre, oltre agli affreschi di Olivio Sozzi (1752), la più preziosa iconostasi (parete rivestita di icone) di Sicilia con icone del XVI sec.
    Annesso alla chiesa, sorge il Monastero Basiliano, ricco di una biblioteca con rari codici greci e pregevoli cinquecentine. Il cenobio basiliano, che fece assurgere Mezzojuso ad “Atene delle Colonie Albanesi di Sicilia , e sede del laboratorio di restauro del libro dove codici, miniture, incunaboli tornano a vivere come nuovi,
  • Chiesetta della Madonna dell’Udienza del XVII Sec.
  • Chiesa della Madonna dei Miracoli sec. XVII con Madonna dipinta su masso, di autore ed epoca ignoti
  • Alle Porte del paese, la chiesa del SS Crocifì (XVI Sec.), già di Santa Venera, con l’artistica “Vara” del 1648 con Crocifisso di epoca anteriore.
  • Chiesa di S,. Rocco (1530) da il nome al quartiere.Contiene numerose icone di fratel Pietro Vittorino, monaco brasiliano di Mezzoiuso.
  • Chiesa dell’Immacolata (1649)
    Ad unica navataaffianca l’ex convento dei Frati francescani dove sorgerà il museo etnoantropologico.
  • Collegio di Maria perché “in questa terra di Mezzoj uso Si fondasse un collegio per l~educazione delle don zeUe”. Ad esso è annessa la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, aperta al culto nel 1927.
  • Altra importante istituzione, laCongregazione basiliana “Figlie di Santa Macrina”, sorge nel 1940
  • L’edificio settecentesco del Palazzo Municipale, appartenente alla nobile famiglia Schirò Battaglia.
  • Nella piazza Principe Corvino la splendida “Fontana Vecchia” (fons Universitatis) con cinque antichi mascheroni marmorei, dall’ impianto risalente alla nascita del paese.
  • Castello di cui oggi rimane ben poco (il portale composto fra due colonne ed un’ala, forse un’antica torre, caratterizzata nello spigolo dal bugnato scolpito).
  • Chiesa dell’Annunziata XVI sec. per il rito latino, che ha perduto tutti i caratteri iniziali normanni
  • Chiesa e il Convento di Santa Maria delle Grazie
    La chiesa fu eretta nel 1501 (ma subì delle profonde trasformazioni nel 1743 e nel 1745) su progettazione di Nilo Gizza padre basiliano. Il manufatto è ricco di parecchie icone di stile tardo-bizantino. Le due tavole maggiori raffigurano “La Vergine” e il “Redentore” e su di esse sono sei immagini di santi vescovi.’ Partenio, Gregorio il Teologo, Spiridione, Epifanio Cirillo, Atanasio. Nella chiesa è conservato, oltre ad altre icone, il sarcofago di Andrea Reres che fu il fondatore del Monastero, eretto nel 1609.

FESTE E RITI:

  • Volo della colomba
  • Mastro di Campo
  • Pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell’Udienza
  • Nicola
  • Riti della Settimana Santa